René Turcios, il “vibe coder” che non sa scrivere una riga di codice
A San Francisco, terra di startup e talenti tech, spicca la figura di René Turcios, un 29enne originario del Missouri che, senza alcuna formazione accademica né collaudata esperienza di programmazione, ha vinto oltre 200 hackathon dal 2023 usando un metodo rivoluzionario: il vibe coding (redhotcyber.com).
Cos’è il vibe coding?
Il termine, coniato dall’AI researcher Andrej Karpathy, descrive un processo in cui un essere umano – anche senza saper programmare – descrive a parole ciò che desidera e lascia che un’intelligenza artificiale generi il codice funzionante. Turcios applica questo approccio da quando ha partecipato al suo primo hackathon: ha descritto a ChatGPT la creazione di un convertitore lo‑fi da canzone originale, ottenendo il secondo posto della competizione – senza scrivere una sola linea di codice.
Un percorso di vita fuori dagli schemi
Cresciuto in una famiglia circense che addestrava leoni e orsi, René decise di non proseguire gli studi universitari ma diventare un giocatore professionista di Yu‑Gi‑Oh!, viaggiando per gli Stati Uniti e vincendo premi. Nel 2019 si trasferì a San Francisco, sperimentando vari lavori e lanciando una startup legata al metaverso, senza successo: gli ingegneri rifiutavano di usare l’intelligenza artificiale, al punto da minacciare dimissioni. Da lì, si è formato da autodidatta e ha iniziato a partecipare sistematicamente a hackathon, sfruttando prompt in inglese per comunicare con l’AI, in eventi come AGI House e Frontier Tower.
Dai contest all’impresa
La sua capacità di tradurre conversazione in codice ha attirato l’attenzione di aziende e startup, che ora lo ingaggiano per sviluppare MVP e prototipi in poche ore – tempi che richiederebbero settimane a team tradizionali. Oltre a questo, Turcios tiene workshop in cui insegna a principianti e sviluppatori avanzati a collaborare con l’AI, mostrando quanto il veloce turnaround del vibe coding possa cambiare il game.
L’evoluzione: Agentcies.co
Oggi René non punta più solo agli hackathon, ma sta costruendo Agentcies.co, una piattaforma per la generazione automatica di agenti AI destinati a PMI, interamente basati sul suo metodo “vibe coder” (reneturcios.com). Il progetto è ambizioso: portare un singolo AI agent a generare prodotti software con zero team di sviluppo, solo tramite prompt in linguaggio naturale.
Perché questa storia interessa a Cyberness?
- Ridefinizione del profilo di sviluppatore: il coding non è più solo abilità tecnica, ma include anche la capacità di “dialogare” con l’AI per ottenere risultati.
- Crescita del coding assistito da AI: strumenti come Cursor, Claude e ChatGPT stanno stravolgendo i workflow, impattando anche il mondo della cybersecurity.
- Implicazioni sulla sicurezza dei tool generati: chi progetta senza toccare il codice potrebbe non considerare aspetti essenziali come validazione, audit, dipendenze vulnerabili o compliance.
La parabola di René Turcios è una testimonianza di come innovazione, spirito “hustler” e capacità di usare l’AI in modo creativo stiano ridefinendo le regole del gioco. Il vibe coder dimostra che oggi basta immaginare: a scrivere il codice ci pensa l’intelligenza artificiale. Ma la vera sfida sarà garantire che ciò che viene generato sia sicuro, robusto e mantenibile – temi fondamentali per la community di Cyberness.it.